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domenica 10 febbraio 2013

Fondazione Caponnetto: "Uniti nella diversità contro la mafia"


caponnetto"Uniti nella diversità contro la mafia"   è il tema di quest'anno del vertice della Fondazione Caponnetto a cura di Antonio Ciaramaglia

Lunedì 4 febbraio 2013 l’annuale vertice della Fondazione Antonino Caponnetto ha fatto tappa a Gaeta; all’interno del Cinema Teatro Ariston si sono infatti riuniti l’ex procuratore della Direzione Nazionale Antimafia Piero Grasso, il sociologo Claudio Loiodice, l’imprenditore Fabio Ferrari, il referente della Campania Antonio Di Lauro, il giornalista Claudio Gherardini, il coordinatore nazionale della “Rete per la Legalità” Lorenzo Diana e il dirigente Ugl Geremia Mancini. Coordinatore della conferenza è stato il presidente della Fondazione, Salvatore Calleri, affiancato da Raffaele Vallefuoco, referente della regione Lazio.
Al vertice antimafia per la Fondazione Caponnetto una  rappresentanza di alunni del quarto e quinto anno del nostro istituto ha partecipato pur se in orario pomeridiano, testimoniando l’interesse vivo degli studenti per la tematica che permea l’Italia da nord a sud e interessa tutti gli strati sociali.
Gli interventi degli ospiti, i quali hanno ribadito l’importanza della lotta alle mafie e la necessità di estrometterle da tutti i settori della società, soprattutto dalla politica, sono stati scanditi dall’inconfondibile suono della campanella della Fondazione, che concede ad ogni relatore un tempo massimo di otto minuti per parlare al pubblico.
La scelta della sede è ricaduta, quest’anno, su Gaeta, città del Sud Pontino, che si è distinta particolarmente per l’interesse manifestato verso le tematiche della lotta alle mafie, coinvolgendo soprattutto la componente giovanile nella partecipazione ad incontri e conferenze al di fuori del territorio cittadino, rispettando tra l’altro quelle che sono state le intenzioni di “Nonno Nino”.  
È Inutile dire che il tema della mafia e delle mafie è un tema molto, molto, grande e che la maggior parte di noi è stato veramente interessato alla conferenza, in quanto ormai fenomeno, purtroppo, connaturato con il tessuto sociale e vissuto sulla pelle, sulla nostra pelle. Non c’è luogo o spazio o tempo, infatti, in cui la logica “mafiosa” non domini il panorama attuale della nostra politica, amministrazione e giustizia. È a questi luoghi che dobbiamo aprire alla legalità, è a questi spazi a cui dobbiamo aggiungere cultura dell'onestà intellettuale, è in questi tempi che dobbiamo dare le motivazioni del nostro dissenso e, prendendo seria posizione, contrastare, senza vie di fuga, questo fenomeno, per cui siamo noti in tutto il mondo e, che, in alcuni ambiti(specie anglo-americano), ci  definisce.
Grazie ad Antonio Caponnetto, che organizza nel 1999 il primo vertice sulla Legalità e la giustizia sociale a Firenze, si può discutere, senza veli e alla luce del sole le questioni legate alla presenza delle criminalità organizzate continuando per altri due anni consecutivi. Ai vertici partecipano magistrati, giornalisti, avvocati, testimoni, associazioni e semplici cittadini che discutono sul “punto”  e collateralmente sulla giustizia in Italia e sino al 6 dicembre 2002, anno in cui il Giudice ci lascia. Il Vertice sopravvive, sia per ricordarne la figura, nella Fondazione Caponnetto, sia per mantenere desta, nell’opinione pubblica, la problematica  questione.
Ci piace ricordarlo con una sua frase, rivolta a Pietro Grasso: “Fatti forza, ragazzo, vai avanti a schiena dritta e testa alta e segui soltanto la voce della tua coscienza”.