"Uniti nella diversità contro la mafia" è il tema di quest'anno del vertice della Fondazione Caponnetto a cura di Antonio Ciaramaglia
Lunedì 4 febbraio 2013 l’annuale vertice della
Fondazione Antonino Caponnetto ha fatto tappa a Gaeta; all’interno del Cinema Teatro Ariston si
sono infatti riuniti l’ex procuratore della Direzione Nazionale Antimafia Piero
Grasso, il sociologo Claudio Loiodice, l’imprenditore Fabio Ferrari, il
referente della Campania Antonio Di Lauro, il giornalista Claudio Gherardini,
il coordinatore nazionale della “Rete per la Legalità” Lorenzo Diana e il
dirigente Ugl Geremia Mancini. Coordinatore della conferenza è stato il
presidente della Fondazione, Salvatore Calleri, affiancato da Raffaele
Vallefuoco, referente della regione Lazio.
Al vertice antimafia per la Fondazione Caponnetto
una rappresentanza di alunni del quarto
e quinto anno del nostro istituto ha partecipato pur se in orario pomeridiano,
testimoniando l’interesse vivo degli studenti per la tematica che permea l’Italia
da nord a sud e interessa tutti gli strati sociali.
Gli interventi degli ospiti, i quali hanno
ribadito l’importanza della lotta alle mafie e la necessità di estrometterle da
tutti i settori della società, soprattutto dalla politica, sono stati scanditi
dall’inconfondibile suono della campanella della Fondazione, che concede ad
ogni relatore un tempo massimo di otto minuti per parlare al pubblico.
La scelta della sede è ricaduta, quest’anno, su Gaeta,
città del Sud Pontino, che si è distinta particolarmente per l’interesse
manifestato verso le tematiche della lotta alle mafie, coinvolgendo soprattutto
la componente giovanile nella partecipazione ad incontri e conferenze al di
fuori del territorio cittadino, rispettando tra l’altro quelle che sono state
le intenzioni di “Nonno Nino”.
È Inutile dire che il tema della mafia e delle
mafie è un tema molto, molto, grande e che la maggior parte di noi è stato
veramente interessato alla conferenza, in quanto ormai fenomeno, purtroppo,
connaturato con il tessuto sociale e vissuto sulla pelle, sulla nostra pelle.
Non c’è luogo o spazio o tempo, infatti, in cui la logica “mafiosa” non domini il
panorama attuale della nostra politica, amministrazione e giustizia. È a questi
luoghi che dobbiamo aprire alla legalità, è a questi spazi a cui dobbiamo
aggiungere cultura dell'onestà intellettuale, è in questi tempi che dobbiamo dare le motivazioni del nostro
dissenso e, prendendo seria posizione, contrastare, senza vie di fuga, questo
fenomeno, per cui siamo noti in tutto il mondo e, che, in alcuni ambiti(specie anglo-americano), ci definisce.
Grazie ad Antonio Caponnetto, che organizza nel
1999 il primo vertice sulla Legalità e la giustizia
sociale a Firenze, si può discutere, senza veli e alla luce del sole le
questioni legate alla presenza delle criminalità organizzate continuando per
altri due anni consecutivi. Ai vertici partecipano magistrati,
giornalisti, avvocati, testimoni, associazioni e semplici cittadini che discutono
sul “punto” e collateralmente sulla giustizia
in Italia e sino al 6 dicembre 2002, anno in cui il Giudice ci lascia. Il Vertice
sopravvive, sia per ricordarne la figura, nella Fondazione Caponnetto, sia per mantenere
desta, nell’opinione pubblica, la problematica questione.
Ci piace ricordarlo con una
sua frase, rivolta a Pietro Grasso: “Fatti forza, ragazzo, vai avanti a schiena dritta
e testa alta e segui soltanto la voce della tua coscienza”.