Quanto
le "realtà virtuali" dei sondaggi influenzano l'opinione popolare?
Quanto
l'uso - e l'abuso - dei cosiddetti "sondaggi indicativi" ha cambiato
il modo di fare politica?
E'
difficile dare una risposta univoca a questi interrogativi: certo è che, almeno
per il grande pubblico, le vere e proprie "crociate" mediatiche,
portate avanti dalle grandi figure della politica italiana, sono, spesso,
disorientanti.
Fu
quando il "sensorio" di partiti ormai in crisi e snaturati cominciò a
diventare assai meno vigile, che i leader si "infatuarono" dei
sondaggi. Con risultati spesso disastrosi, in quanto il comportamento
elettorale "registrato" risulta, molte volte, notevolmente - o
totalmente - diverso da quello poi effettivamente riscontrato.
Statistiche
e dati, percentuali e sigle: questi gli strumenti fondamentali dei più
importanti istituti demoscopici.
Non
è semplice, tuttavia, stabilire in che modo ed in quale misura questo insieme
di fattori si limiti a registrare una tendenza effettiva degli elettori della
Nazione, o almeno del campione di elettori intervistato.
In
più di un'occasione, infatti, sono state espresse delle riserve sulla reale
"oggettività" di tali analisi; proprio come sono state, talvolta,
avanzate ipotesi su come questi sondaggi, nati come semplici strumenti di
indagine, siano in realtà divenuti sottili espedienti impiegati, da parte o più
parti politiche, per "eliminare" gli elementi di disturbo e i
potenziali fattori di ingovernabilità dal proprio schieramento che da quelli
altrui, la cui tendenza può essere contrastata in nome dell'eterno argomento
del <<voto utile>>, confermato - e rafforzato - da statistiche
favorevoli.
Sta
di fatto che si dovrà aspettare la sera del 25 febbraio, per conoscere il ruolo
che le indagini elettorali hanno giocato e per capire se - e in che misura -
sia stato effettivamente meglio, per i politici e per i cittadini, non disporre
più, o forse non aver mai disposto, del vecchio, caro "intuito", in
favore di una rappresentazione statistica - dall'incerto carattere indicativo -
nel guado fra reale e virtuale.