Giornale online Liceo Classico "Vitruvio" - Formia - Italy | Dirigente Scolastico Prof. Pasquale Gionta | Redazione: Ciaramaglia Antonio - D'Urso Giovanni - Raduazzo Greta - Vignoli Giancarlo - Mirra Alessia - Jola Turmentaj - Beatrice Saraniero - Colangelo Ilaria - Navas Giorgia | vignettista: Narducci Costante

martedì 30 aprile 2013

Incontro con l'Autore: Giorgio Manacorda

Incontro con l'Autore: Giorgio Manacorda  a cura di Giancarlo Vignoli


Il giorno 30 aprile 2013 il liceo "Vitruvio" ha ospitato Giorgio Manacorda, poeta, scrittore e ordinario di letteratura tedesca presso la "Facoltà di Lingue e letterature straniere moderne" dell’Università della Tuscia (Viterbo).
L'incontro con l'autore, dall'oltre quarantennale esperienza, ha rappresentato un'interessante occasione di discussione su svariate tematiche, scaturite dalla lettura di "Delitto a Villa Ada", primo romanzo dello scrittore romano nel senso proprio del termine.
Di ambientazione giallistica, la storia è relativa alle investigazioni sull'uccisione del poeta barbone Vasco Sprache, ritrovato da un altro poeta, lo stesso Giorgio Manacorda.
L'autore, infatti, inserendosi in prima persona all'interno della narrazione, fa emergere importanti riflessioni sul ruolo attuale della poesia e sulla figura del poeta, con l'immediatezza e l'incisività di cui solo un personaggio interno alla vicenda è capace.

mercoledì 24 aprile 2013

Come vedo io la scuola

Come vedo io la scuola  a cura di Beatrice Saraniero e Capodiferro Natale



Viene voglia di citare una frase di Jacques Maritain in Education and the Humanities(Toronto, 1952) al fine di promuovere un dibattito che dia lo spunto per una visione vera della scuola, che oggi ha perso i suoi connotati originari:
"La vera educazione liberale non considera gli studenti come futuri professori e specialisti, nè come 'gentleman' o membri di una classe privilegiata, ma come futuri cittadini che devono comportarsi come uomini liberi, capaci di esprimere giudizi validi e indipendenti, e capaci di godere la comune eredità di sapere e bellezza"
 La Scuola deve saper formare prima di tutto i cittadini come uomini liberi, deve essere sicuramente pubblica e istituzionale e, soprattutto, non deve creare fragilità facendo spendere, con consapevolezza sicura, le competenze e i saperi acquisiti. A fronte di ciò vengono dibattuti frequentemente, nel mondo politico e culturale ed economico temi quali:
1. La scuola come LAVORO SOCIALE e BENE COMUNE;
2. La scuola come luogo del  PENSIERO DIVERGENTE;
3. A scuola con il COLLABORATIVE LEARNING(apprendimento collaborativo);
4. La ripresa economica solo dalla RIPRESA DELLA CULTURA.
Se da un lato si considera la cultura, l’istruzione e la formazione dei giovani, quali imprescindibili ed amovibili sostegni della vita del paese non è tralaltro giusto, poi, discriminarli, condannandoli a "sola spesa da tagliare", in quanto la crescita economica prescinde da quella culturale e questa come requisito della scuola è lo strumento essenziale per la crescita etica e morale dell’ individuo e della collettività nella società.
E sarebbe quantomeno principale che come bene comune della collettività fungesse da spartitraffico tra la pubertà, infinito gioco delle parti in gioco-mentali e fisiche, e la maturità, che purtroppo oggi tendiamo ad identificare solo nell'aspetto di modifica del comportamento e dell'intelletto, intesa come potenziale effettivo intellettivo-fisico, che nel suo dinamismo di "crescita", porti ad una maggiore articolazione e flessibilità del pensiero. La scuola intesa come lavoro sociale è pertanto l'estensione del bene comune acquisito a favore della collettività. E' allora il pensiero divergente che ci animerà nella ricerca estrema del "diverso", dell' "altrui dimensione, posizione e visione", verso il raggiungimento dell'obiettivo di inquadrare "le problematiche" da vari punti di vista. Saranno poi questi che, quasi in una analisi dei costi e benefici, riveleranno la via da percorrere per arrivare all'arricchimento personale che non passerà più per quella "macchina infernale seriale" che oggi è la scuola, ma nella continua ed estenuata ricerca della migliore soluzione. Scuola come riflessione e rivalutazione dei dati, scuola come operativizzazione dei contenuti acquisiti mnemonicamente, scuola non  staccata dal territorio. L'apprendimento collaborativo aiuta lo studente o meglio il semplice studente a valutarsi e a farsi valutare ma soprattutto a scambiarsi ruoli ed opinioni tra tutti, concedendo allora alla vera funzione della scuola, la distribuzione di nozioni, che,  discusse e fagocitate dall'intero nucleo degli alunni/classe, diventino apprendimento,  di venir fuori.

lunedì 22 aprile 2013

Un traguardo ancora lontano: pari dignità fra uomo e donna


Un traguardo ancora lontano: pari dignità fra uomo e donna a cura di Jola Turmentaj
Nel corso dei secoli precedenti la donna è stata discriminata, per il fatto stesso di essere donna, pagata, a parità di lavoro, meno dell’uomo, e spesso considerata un oggetto manipolato dall’uomo stesso a proprio piacimento.
La lotta per l’emancipazione femminile, iniziata nel lontano 1791, durante gli anni della Rivoluzione francese, ha dato il via a una serie di vittorie e conquiste che le donne hanno conseguito, di diritti che in realtà appartenevano loro fin dalla notte dei tempi. Questo accade però nei paesi occidentali, in quei paesi sviluppati, che hanno fatto propria un’apertura mentale assente decenni fa. Nonostante questo, perfino nei paesi sviluppati, l’Italia è un esempio per eccellenza (sebbene i recenti fatti portino a pensare e ad esser convinti giustamente del contrario) , il femminicidio è un’abominevole, nonché disumana pratica che cresce di giorno in giorno, nel silenzio delle donne che non posso più rivendicare il loro diritto alla vita, il loro diritto ad avere diritti! Il femminicidio è un tumore presente in tutto il mondo ed in continuo aggravamento, causato da un’altra terribile pratica, la violenza sessuale, che dilaga in tutta Europa come anche in America, dove ogni 9 secondi una donna subisce violenze fisiche dal proprio compagno
Nei paesi poveri la situazione in cui vive una donna è tragica: privata di ogni diritto, il suo compito è  generare figli maschi sani (la nascita di una bambina viene considerata una disgrazia) e di occuparsi della casa. Non può chiedere il divorzio dal proprio compagno, appellandosi ai maltrattamenti subiti dall’uomo, come causa della decisione stessa di divorziare. L’indulgenza che molti paesi adoperano nei confronti di violenze fisiche compiute dagli uomini alle loro mogli è tanto grande quanto spaventosa. In Iran, Iraq, Marocco, Siria e Giordania le donne non possono sposarsi se non con uomini musulmani e, ovviamente, la scelta del proprio marito spetta esclusivamente al proprio padre. Il padre detiene infatti il potere assoluto sulla propria famiglia e, in particolar modo, sulle proprie figlie femmine. Nel momento in cui la donna si sposa, suo marito assume automaticamente il ruolo di suo nuovo proprietario, in sostituzione del padre.
Storie agghiaccianti giungono a noi sotto forma di autobiografie, che donne SOPRAVVISSUTE a soprusi scrivono come testimonianze del loro vissuto, e come esortazione ad ogni lettore a non restare inerte, e soprattutto indifferente, di fronte a queste atrocità. Tale è la storia di Suad, ragazza proveniente da un villaggio della Cisgiordania, bruciata viva dal proprio cognato, complice della famiglia stessa della ragazza, il cui scopo era dare una punizione a Suad per la sua gravidanza fuori matrimonio. Punire con la morte! Era questo l’intento dei suoi familiari. Ma Suad si è salvata, e ha salvato il suo bambino; vive tuttora in Francia, in una località ignota, per evitare eventuali tentativi di vendetta da parte delle persone menzionate nel suo libro.
Ugualmente sconcertante è la storia delle donne di Herat, che pur di non sposare un uomo per costrizione, scelgono come via di fuga proprio il fuoco. Un esasperato gesto di ribellione che riempie gli ospedali della città di donne ustionate, la cui sofferenza è amplificata dallo sdegno dei familiari per il gesto compiuto. Ancora, dieci milioni di bambine mai nate in India, soppresse fin dalla nascita perché di sesso femminile.
Queste sono solo alcune delle infinite storie di donne che urlano al mondo il loro vissuto, la loro sofferenza, il loro coraggio ed infine la loro vittoria. Ma altrettanto infinito è il numero di storie che rimangono sepolte nel silenzio di quei villaggi e nelle mura carcerarie di quelle case, che sono l’incubo dove esse imparano a vivere e dove la violenza del proprio marito diviene un’abitudine, diviene parte integrante e “perfettamente normale” della loro giornata e della loro esistenza. Queste donne hanno perso consapevolezza dell’importanza della loro vita, o forse sono semplicemente cresciute senza mai acquisire questa consapevolezza. Ma il silenzio che copre innumerevoli tragedie va spezzato!! La storia della conquista dei diritti femminili sarà realmente scritta quando anche nel più piccolo angolo della Terra le donne saranno libere di scegliere il proprio marito, quando potranno scegliere se ricorrere al divorzio, quando saranno libere di avere dei desideri e dei sogni, quando saranno libere di scegliere se avere figli, quando avranno il diritto di fermarsi di fronte alle ingiustizie subite e urlare, pienamente consapevoli di sé stesse e dei loro diritti: NO!!