Confusione e contraddizione, oggi a cura di Di Giovanni Lucia
Oggi
viviamo in un mondo sempre più confuso e pieno di contraddizioni. Se confrontiamo la nostra vita con quella dei nostri nonni ci
rendiamo conto che nel giro di pochi decenni le cose sono cambiate
profondamente, sia nel bene che nel male. Nel dopoguerra c’era sicuramente meno
benessere, il tasso di analfabetismo era molto elevato, c’era un intero paese
da ricostruire.
Ad
un primo confronto questo di oggi sembrerebbe un mondo decisamente migliore,
con molta più tecnologia e conoscenze e, di conseguenza, di opportunità. Questo
in parte è vero: oggi grazie ad internet e ai mass-media possiamo avere
informazioni in tempo reale su tutto ciò che ci circonda. La cultura viaggia e si diffonde in tutto il mondo allo
stesso tempo: possiamo, grazie ai social network e ad altre infinite
applicazioni, dialogare con persone di qualsiasi provenienza, scaricare filmati,
musica ecc. Anche la conoscenza scientifica è migliorata, grazie agli scambi
che favoriscono la sperimentazione e la ricerca scientifica.
Eppure
spesso abbiamo ancora la sensazione che molte cose non sono così chiare e
“positive” come si cerca di farle
apparire. Infatti, in questo che sembrerebbe una situazione di sviluppo
ottimale, siamo continuamente tormentati da mille contraddizioni. Oggi c’è
moltissima incertezza riguardo al futuro, per i giovani. Non è solo la crisi
economica che noi ragazzi facciamo fatica a comprendere (e forse spesso anche
gli adulti). Non ci sono più punti di riferimento. I nostri nonni vivevano
spesso in condizioni difficili, avevano meno mezzi ma le idee più chiare su
quello che bisognava fare per risollevarsi dopo la guerra. Le famiglie erano
unite e non disgregate come oggi. C’era la possibilità di lavorare con più
prospettive ed entusiasmo. C’era soprattutto più solidarietà tra le persone,
mentre oggi sembra di essere in una giungla dove solo il più forte sopravvive.
Ma
la cosa che più si avverte è che con tutti i mezzi a disposizione in realtà
siamo diventati tutti più soli. Con facebook possiamo parlare con tutti, ma
spesso questo ci porta ad escluderci anziché stare con gli altri.
Lo
vediamo bene nella politica: ci lamentiamo tutti della corruzione della classe
dirigente, ma ci dimentichiamo di dire che la colpa è anche nostra che abbiamo
dimenticato che solo con la partecipazione alla vita sociale possiamo
migliorare le cose.La politica (dal greco polis, città) è, infatti, quello che
i cittadini riescono a fare tutti insieme, se riescono a confrontarsi ed
impegnarsi.