Sulla
scorta dell’incontro svoltosi mercoledì 12 Dicembre con la fondatrice delle
“Madres de Plaza de Mayo”, Vera Jarach, nel nostro Istituto, viene lecito
pensare al “perché” di una giornata dedicata ai Diritti Umani e perché siamo
indotti, tutt’oggi, ad affermarne la necessità.
Si
rintraccia una sempre più marcata necessità di riflessione sui “temi” caldi in
essere sui Diritti Umani e sull’art. 5 della Dichiarazione ONU ad essi connesso
Pochi
giorni fa, il 10 dicembre, è ricorsa la giornata mondiale dei Diritti Umani, un
documento di 30 articoli che espone diritti in ambito civile, politico,
economico, sociale e culturale, nati dalla necessità di garantire l'uguaglianza
e di evitare l'oppressione nei confronti di popoli e persone da parte di chi si
arroga del potere, molto spesso a discapito dei più deboli. La Dichiarazione è stata emanata dall'ONU (Organizzazione
delle Nazioni Unite) il 10 dicembre 1948, subito dopo la seconda guerra
mondiale, durante la quale molte persone sono state private dei loro diritti,
anche quelli che nel documento vengono indicati come fondamentali: diritto alla
vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona (com'è affermato
nell'articolo 3). Grande importanza assume dunque l'articolo 5, strettamente
connesso a questo, secondo cui “nessun individuo potrà essere sottoposto a
tortura o a trattamento o punizione crudeli, inumani o degradanti”. Con questa
affermazione si tenta di porre un limite alle ingiustizie che sono commesse di
frequente nei confronti dell'uomo, come ad esempio la tortura. Purtroppo però i
paesi che ancora si avvalgono di questi trattamenti inumani sono parecchi.
Basti pensare ai numerosi stati che negano agli uomini la vita, diritto
primario, utilizzando la pena di morte ( ancora usata ad esempio in Giappone e
in alcuni stati degli USA). Dunque, nonostante la sua importanza, la
Dichiarazione viene ancora ignorata in numerosi Stati. Ma, per far fronte alle
varie difficoltà d'attuazione, entrano in gioco le associazioni umanitarie,
come Amnesty International, che si preoccupano di tutelare gli uomini, anche
quelli con pene detentive severissime. Inoltre da parte della comunità europea
non mancano iniziative per garantire il rispetto e la salvaguardia dei Diritti
Umani. Nel 2000 infatti è stata emanata la Carta dei Diritti Fondamentali
dell'Unione Europea, anch'essa un corpus formato da 54 articoli riguardanti
aspetti come dignità, uguaglianza, solidarietà e giustizia. Quindi, grazie a
queste iniziative, sembra di essere vicini ad una più globale osservanza di
queste norme, e si spera che presto anche i paesi restanti aderiranno al
documento, unico modo per garantire un Mondo più umano e più giusto.
Un
ultimo dubbio riguarda il mezzo di comunicazione più popolare in assoluto,
Internet; dopo un meeting dell’UIT (Unione Internazionale delle
Telecomunicazioni) tenutosi a Dubai, è venuto ad emergere il rischio che esso
possa venire posto sotto il controllo dei singoli paesi. Notizia, questa, davvero
sconcertante, vista la natura assolutamente libera della rete, che non può e
non deve in alcun modo essere sottoposta a censura!
Saggio e riflessioni a cura di Lorena Tomao
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Ma cos’è il tempo? >>
È
su questo quesito che si è espresso Tabucchi
nel giornale <<La Repubblica>>; con il termine “ tempo” intendiamo un insieme di presente,
passato e futuro, un agglomerato di giorni, ore, minuti e secondi.
Si
può definire un po’ l’anima delle nostre giornate ed è sempre con noi,
attraverso un orologio, un telefono, un campanile che suona allo scoccar di
ogni ora; sembra quasi un nostro capo, un dirigente, il quale ci condiziona nel
gestire i nostri impegni, come se ci desse ordini.
L’uomo
ha paura del “ Signor Tempo” di cui non ne conosciamo il volto, forse perché
vede in esso una figura potente capace di dominare l ‘universo intero.
E’
colui che ha determinato la storia: creazione della specie, scoperte, guerre,
rivoluzioni e via dicendo. Il tempo è in grado di determinare le azioni di
ognuno di noi perché noi nasciamo in una specifica data, trascorriamo per
diversi anni la nostra giovinezza, la nostra vecchiaia fino ad arrivare alla
morte, la quale metterà fine al nostro arco di tempo sulla terra; perché è
così, noi rappresentiamo null’altro che un brevissimo periodo.
Camilleri
nel << Tempo >> chiede a tutti noi: “ Il tempo c’è sempre stato o è
venuto fuori a un certo punto?” . Aggiungendo di prendere per buona la risposta
di Sant’ Agostino , il quale afferma che non esisteva prima che Dio creasse il
mondo.
Personalmente
credo in Dio, ma ritengo che il tempo sia una dimensione ancor più eminente e
che vi è sempre stato, già prima di Cristo; Dio si dice che creò l’universo in
sette giorni, quindi già nei testi sacri vi fu una sorta di quantificazione del
tempo. Ovviamente questo è solo un pensiero e forse non conosceremo mai la
risposta.
Lo
stesso Sant’ Agostino ritiene che il tempo finirà quando verrà il giorno che
metterà fine ai giorni e non accadrà più nulla, mai. Partendo dal presupposto
che questo sia vero, noi non sapremo mai quando arriverà la fine, potrebbe
essere tra molti anni o domani stesso.
Il
latino Orazio s’interessò a ciò; proprio per la nostra inconsapevolezza ed
impotenza nei confronti del tempo, ci consiglia di vivere i giorni nel migliore
dei modi, di cogliere l’ attimo( Carpe diem), di non farci sfuggire niente
dalle mani e in questo modo potremmo quasi dire di morire felici.
Però
ci parla anche di giusto mezzo, quindi di proseguire con misura ed armonia.
Come Orazio anche Seneca afferma di vivere il giorno come se fosse l‘ultimo e,
nell’opera intitolata “Epistolae ad Lucilium” , in cui dà alcuni consigli
all’amico Lucilio, riferendosi
all’umanità intera, su come arrivare alla tranquillità ed all’armonia dell’
animo.
Suggerisce
anch’egli di vivere al meglio delle proprie possibilità perché, anche non rendendocene
conto, la morte è alle nostre spalle, è la nostra ombra che ci perseguita e
potrebbe prenderci in qualsiasi momento.
Non
bisogna perciò, sprecare il tempo in azioni futili, a fare del male e non
bisogna vivere nell’ozio, dobbiamo darci da fare. Dice anche che il nostro
tempo non è limitato se, come il saggio ed il filosofo, aggiungiamo al nostro
quello dell’esperienza dei nostri padri(i Penati). E afferma anche che i
cosiddetti OCCUPATI trascorrono il tempo in mille occupazioni, ma esso scorre
senza che lo abbiano vissuto davvero perché non lo spendono mai per loro, per
gli altri o nel silenzio della riflessione.
Quando
si è piccini le ore sembran non passare mai, come ritiene anche Levi
nell’Orologio : “ un’ora era un universo” ed è vero, non finivano mai quei
meravigliosi momenti in cui ci si divertiva, si giocava e ci si teneva
impegnati senza mai stancarsi; ma ciò, purtroppo , con l’andare avanti cambia:
i minuti cominciano ad andare veloci come un treno, si affievoliscono sempre
più fino a svanire nel nulla ed a condurci verso la morte.
Ci
vorrebbe una soluzione, un elemento capace di risolvere questo problema che ci
affligge, una sorta di tattica. Ci vorrebbe una sospensione del tempo; quando
ero più piccola, ingenuamente dicevo spesso di voler fermare il tempo nel giorno di sabato in modo
che, se avesse ripreso il ticchettio dell’orologio, il dì seguente sarebbe
stato Domenica e non sarei andata a scuola; ma ripensandoci meglio, vorrei fare
in modo che il tempo si fermasse nei momenti in cui sono felice per far sì che
la felicità duri per un bel po’ o addirittura per sempre; vorrei fermarlo in un
momento in cui io sia sorridente e con gli occhi colmi di lacrime per la gioia,
in un momento in cui mi abbiano riportato una lieta notizia o abbiano scoperto
un rimedio per qualcosa che sembrava un problema irrisolvibile. Nei momenti
meno favorevoli e meno gioiosi vorrei che il tempo andasse non veloce,
velocissimo quasi come un battito di
mani o uno scoccar delle dita, ma credo sia logico, tutti desidererebbero una
cosa del genere ma non credo possa essere mai possibile.
Spesso
capita di voler conoscere il proprio futuro, come diventeremo e se condurremo
una vita felice o meno, oppure di tornare indietro nel tempo per rivedere una
persona, per qualcosa che avremmo voluto fare e non abbiamo mai fatto o per
rivivere un momento di felicità ed in questi casi non si fa altro che
desiderare una macchina del tempo sempre a nostra disposizione e catapultarci
in una dimensione parallela. Chissà se un giorno la scienza farà progressi del
genere, magari potrebbe essere un modo per aver meno paura del domani, un modo
per evadere dalla realtà che ci circonda, un modo per essere felici in
qualsiasi momento. Quasi come ci trovassimo nel periodo dell’infanzia.